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NON LASCIATE MORIRE L'AMORE

 

5 novembre 2010 alle ore 17:52

 

NON LASCIATE MORIRE L'AMORE 

 

 

Ci fu una volta nella storia del mondo, un giorno terribile in cui l'odio, che é il re dei cattivi sentimenti, dei difetti, e delle cattive virtù, convocò una riunione urgente con tutti loro. Tutti i cattivi sentimenti del mondo, i desideri più perversi del cuore umano ed i difetti più irripetibili, arrivarono a questa riunione con curiosità per conoscere il motivo di questa convocazione. Quando furono tutti presenti (immaginate che atmosfera!) prese la parola l'Odio e disse: "Vi ho riuniti tutti qui perché desidero con tutte le mie forze uccidere qualcuno". 

 I convocati non si meravigliarono molto, poiché era l'Odio che stava parlando e lui vuole sempre uccidere qualcuno. Ma tutti si chiedevano chi fosse così importante da uccidere da richiedere, da parte dell’Odio, l’intervento di ogni negatività. "Voglio che uccidiate l'Amore", disse. 

 Molti sorrisero malevolmente poiché più di uno ne aveva già voglia. Il primo volontario fu il Cattivo Carattere, che disse: "Io andrò, e vi assicuro che in un anno l'Amore sarà morto. Provocherò una tale discordia e rabbia che non lo sopporterà". 

 Dopo un anno si riunirono un'altra volta e all'ascoltare il rapporto del Cattivo Carattere, rimasero molto delusi. "Mi dispiace, provai di tutto, ma ogni volta che io seminavo una discordia, lui, l'Amore, la superava e ce la faceva". 

 Allora si offrì l'Ambizione, che facendo ostentazione del suo potere disse: "Visto che il Cattivo Carattere ha fallito, andrò io. Svierò l'attenzione dell'Amore verso il desiderio per la ricchezza e per il potere. Per Lui sarà la perdizione". E l'Ambizione iniziò l'attacco verso la sua vittima che effettivamente cadde ferita, ma dopo aver lottato per andare avanti, rinunciò ad ogni desiderio di potere e trionfò di nuovo. 

 L'Odio, furioso per il fallimento dell'Ambizione, inviò la Gelosia. Quest’ultima, composta da aggregati burloni e perversi, inventava ogni genere di stratagemmi e situazioni per depistare l'Amore e ferirlo con dubbi e sospetti infondati. L'Amore confuso e stordito pianse, ma pensò che non voleva morire e con valore e forza si impose sopra di essa e la vinse. 

 Anno dopo anno, l'Odio continuò nella sua lotta inviando i suoi più pericolosi compagni: inviò la freddezza, l'egoismo, la cupidigia, l’intolleranza, l'indifferenza, l’invidia e molti altri che puntualmente fallirono sempre. L'Odio, convinto che l'Amore fosse invincibile, disse agli altri: "Nulla da fare, l'Amore ha sopportato tutto, sono molti anni che stiamo insistendo e non abbiamo fatto nulla". 

 All'improvviso da un angolo del salone si alzò un convocato poco conosciuto, che vestiva tutto di nero con un sombrero gigante che cadeva sul volto e non lo lasciava vedere. Il suo aspetto era funebre come quello della morte; "Io ucciderò l'Amore", disse con sicurezza. Tutti si domandarono chi era costui che pretendeva di fare da solo, quello che nessuno era riuscito a fare. E l'Odio disse: "Va e fallo". 

 Era passato solo poco tempo quando l'Odio convocò di nuovo tutti i cattivi sentimenti per comunicare loro, dopo tanto aspettare, che alla fine L'Amore era stato ucciso". Tutti erano “felici” ma sorpresi. Allora lo sconosciuto dal sombrero nero parlò: "Qui vi consegno l'Amore completamente morto e straziato" e senza dire null'altro... se ne andò. "Aspetta", disse l'Odio, "L’hai eliminato in poco tempo, l’hai distrutto completamente. Ma l'Amore non fece neanche un piccolo sforzo per vivere?. Chi sei?". Lo sconosciuto ( che poi tanto sconosciuto non era) alzò per la prima volta il suo sombrero sotto il quale apparve il suo terribile volto e disse: "SONO LA ROUTINE".

 

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