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1 novembre 2010 alle ore 8:59
Sai Baba e Krishna, il principale Dio della
trazione Vedica.Sai Baba ne è l'attuale
incarnazione ?
Chi è Sathya Sai Baba ?Un mistico ? Un
santone ? Un guru ?Nella poliedrica varietà
di sadhu e mistici che popola il vastissimo
continiente asiatico, è facile confondere
Sai Baba con uno di loro.Ma Sai Baba è – in
realtà - molto di più.
Nato a Puttaparthi - un piccolo villaggio
dell'Andra Pradesh, regione dell'India
meridionale - il 23 novembre del 1926, sin
da bambino, dall'età di 10 anni, dimostra di
possedere poteri sovrannaturali.Sai Baba,
studiato da numerosissimi ricercatori da
decenni, possiede infatti poteri cognitivi
come la chiaroveggenza, la psicodiagnosi, la
telepatia; poteri psicocinetici come la
capacità di materializzare oggetti,
apportarli, moltiplicarli, anche sotto
l'occhio vigile di chi gli si trova di
fronte.Ma egli stesso non sembra dare alcuna
importanza ai miracoli che compie. Sai Baba
sembra compiere miracoli unicamente per
focalizzare l'attenzione di chi lo ascolta,
per lanciare un messaggio di unità fra tutte
le religioni (simboleggiato anche dal Suo
vessillo, il Sarva Dharma: un fior di loto
contornato dal simbolo dell'Om Indù; dalla
Ruota buddhista; dal Fuoco zoroastriano;
dalla Stella di David; dalla Luna e la
Stella dell'Islam e dalla Croce
cristiana)."Esiste una sola religione",
afferma Sai Baba, "la religione dell'Amore.
Esiste una sola razza, quella dell'umanità.
Esiste un solo Dio, che è onnipervadente".Questo,
in sintesi, il messaggio che Sai Baba vuole
trasmettere a chi lo ascolta.Ho avuto la
fortuna, fra il 2002 ed il 2005, di
frequentare settimanalmente la casa di due
anziani coniugi, da anni abitanti a
Pordenone: la romana Gerarda Cesarini, detta
amichevolmente Gegè, ed il napoletano verace
Oscar Martino. Entrambi citati anche in
numerose opere dedicate a Sai Baba, in
primis quelle dello psicologo Giancarlo
Rosati, massimo studioso italiano
del fenomeno Sai Baba.Gegè ed Oscar sono
stati, infatti, i primi fondatori di un
Centro intitolato a Sai Baba in Italia,
negli anni '60 a Roma, in via Benedetto
Musolino, quando ancora era poco conosciuto.
Questa simpatica coppia fu anche in assoluto
la più ricevuta dal Maestro.Oggi i Centri
Sai Baba in Italia - peraltro tutti senza
scopo di lucro e senza alcuno spirito di
proselitismo - sono centinaia e nel mondo i
devoti del Maestro, sono milioni.Dal
Maestro, sì, perché infondo Sai Baba non è
che un Maestro spirituale il cui messaggio
va ben oltre i suoi miracoli, per così dire,
ed il cui messaggio mira sempre a
trasformare il cuore umano.Sai Baba, come
dicevamo, è solo nato in un contesto indù,
ma il suo insegnamento - che fonda le sue
radici nella concezione gnostica ed
esoterica delle Sacre Scritture di tutte le
fedi e tradizioni, i Veda in primis e che
Baba invita a studiare, a partire dal
concetto di Reincarnazione - si basa sulla
ricerca della Divinità insita in ciascun
individuo per mezzo del canto devozionale, i
Bahjan, della ripetizione dei mantra vedici
ed in particolare per mezzo del rispetto
quotidiano di cinque valori umani: Verità,
Amore, Pace, Rettitudine e Nonviolenza.Per
mezzo delle frequentazione dei coniugi
Martino, sono rimasto letteralmente rapito
nella descrizione delle loro esperienze
dirette con il Maestro. Quando ad esempio ad
Oscar materializzò un anello d'oro,
preziosissimo, sotto i suoi stessi occhi, o
quando regalò ad entrambi una cornice d'oro
recante la sua effige ricavata dalla povere
dorata che Baba stesso lanciò in aria per
poi ricomporsi, magicamente, fra le sue mani.Sai
Baba, chissà perchè, amava moltissimo Gegè
ed Oscar. Una coppia di teosofi adorabile,
semplicissima e sempre pronta a dare una
mano al prossimo. Una coppia che fu
peraltro, per anni, in contatto con Madre
Teresa di Calcutta e con Padre Anthony
Elenjimittam, ultimo discepolo vivente del
Mahatma Gandhi, alle cui missioni elargirono
gran parte del loro patrimonio.Si recarono
in India, a Puttaparthi, sino in età
avanzata, 90 anni Oscar e 80 Gegè. E
puntualmente, pur fra una marea di devoti in
attesa di uno sguardo dal Maestro, furono
ricevuti in udienza privata.Oscar, uomo
sensibilissimo, mi raccontò che confidò a
Sai Baba che avrebbe voluto morire prima
della moglie, perché non avrebbe sopportato
il dolore della sua scomparsa. Fu allora che
Sai Baba predisse loro che sarebbero morti
l'uno a distanza di due soli giorni
dall'altra. Prima sarebbe morto Oscar e
successivamente Gegè.La scena mi commosse
molto.Ricordo inoltre ancora con affetto
quando - conoscendo la mia golosità - Oscar
mi ricopriva letteralmente di dolciumi e
Gegè, pur non essendo consigliabile per la
sua salute, ne approfittava per mangiarne in
quantità.Volevo molto bene a Gegè ed Oscar,
che per me erano come dei nonni ai quali
confidavo veramente tutto e fu un duro colpo
quando appresi della loro morte.Il
Messaggero Veneto di Pordenone del 10
gennaio 2006 titolava, a tutta
pagina: "Muore di dolore due giorni dopo il
marito. Gerarda Cesarini e Oscar Martino
sono rimasti legati fino all'ultimo da
un'incredibile storia d'amore".
Nell'articolo, ovviamente, si parlava anche
di Sai Baba e della sua previsione e di come
la coppia fosse a lui legata.Persino il
prete, in Chiesa, nonostante Sai Baba sia
fortemente criticato ed osteggiato dalla
Chiesa cattolica, si prodigò in elogi nei
confronti di questo particolarissimo Maestro
indiano dalla folta e curiosa capigliatura.
Sai Baba distribuisce la vibhuti (leggi più
sotto) ai devoti
Sai Baba, lungi dall'essere un fenomeno da
baraccone o un santone mediatico, è
universalmente noto per la sua opera
umanitaria e nel campo del sociale: dalla
costruzione di ospedali nei quali si
eseguono interventi sofisticatissimi e a
titolo completamente gratuito (come il Super
Speciality Hospital di Puttaparthi e quello
di Whitefield, entrambi inaugurati alla
presenza del Primo ministro dell'India) a
scuole, centri di accoglienza per indigenti,
e numerosi progetti finalizzati a rendere
potabile l'acqua nei villaggi rurali e nelle
regioni limitrofe ove vi è siccità.
Dagli anni '60 ad oggi, numerosissimi
studiosi, abbiamo detto, hanno cercato di
approfondire la realtà di Sai Baba.
Su di lui sono stati scritti numerosissimi
testi e notiamo come anche gli studiosi più
critici, alla fine, si sono convinti che
questo curioso Maestro indiano ha qualche
cosa di profondamente mistico.
Pensiamo ad esempio al prete cattolico Don
Mario Mazzoleni che, partito per Puttaparthi
per fare un inchiesta per conto
dell'Osservatore Romano, finì
per convertirsi al credo di Sai Baba, tanto
che venne scomunicato.
Oppure al già citato psicologo Giancarlo
Rosati, forse il più prolifico nello
scrivere e nel descrivere il fenomeno Sai
Baba, tanto che egli lo accosta al Cristo
Cosmico annunciato da Gesù nel Vangelo di
Giovanni, ma anche al Kalki Avatar, l'ultima
incarnazione divina descritta dai Veda.
Invero, Rosati, porta a sostegno di queste
affermazioni una serie di coincidenze: il
Vishnu Purana annuncia che il Kalki Avatar
nascerà nell'India del Sud, in un territorio
bagato da tre mari, nel villaggio dei coni o
termitai (e Puttaparthi corrisponde
esattamente a questa descrizione n.d.a.) e
vivrà sino a 95 anni (Sai Baba ha annunciato
che vivrà sino a quell'età).
Inoltre nell'Apocalisse di Giovanni il
Cristo Cosmico è chiamato “Fedele” e Verace.
E guarda caso il nome di nascita di Sai Baba
è Satya Narayana, che in sanscrito significa
appunto “Fedele” e “Verace”.
Andando oltre, possiamo notare cone il
grande mistico indù Sri Aurobindo, il 24
novembre del 1926, un giorno dopo la nascita
di Sai Baba, fece l'annuncio che quella
notte il Divino si era incarnato portando
con sé tutti i poteri divini: l'Onnipotenza,
l'Onniscenza e l'Onnipresenza.
Maometto, il fondatore dell'Islamismo, fra
le sue profezie, fece la descrizione di
quello che chiamò El Mahdi Maoud o
il Maestro del mondo. E lo descrisse
distintamente: “La sua chioma sarà folta, i
capelli neri giungeranno fino alle spalle.
Le sopracciglia si uniranno al centro della
fronte, che apparirà ampia. Il naso sarà
dritto e avrà un infossamento alla radice.
Avrà un neo sulla guancia e non porterà mai
la barba. I denti centrali saranno separati
e allontanati tra di loro. I suoi occhi
saranno neri e pungenti. Il suo corpo sarà
minuto e le sue gambe saranno quelle di un
adolescente. Indosserà due abiti color
fiamma, l'uno sopra l'altro (....).
Materializzerà piccoli oggetti con la mano
(…). Egli vivrà fino a 95 anni.”
Qui, guarda caso, la descrizione fisica è
addirittura soprendentemente identica a
quella di Sai Baba: dalla chioma sino ai
tratti somatici, passando per la bassa
statura (Baba è alto all'incirca 150
centimentri) e la materializzazione di
oggetti.
Sai Baba, materializza, in primis, una
curiosa cenere profumata, chiamata vibhuti.
La vibhuti, secondo l'iconografia indù, è
attribuita al Dio Shiva, che la porta sulla
fronte e su altre parti del corpo a
rappresentare l'immortalità dell'anima.
Sai Baba ne materializza in quantità,
unicamente per mezzo del palmo della sua
mano che agita in senso orario, così, dal
nulla. La dona ai devoti più bisognosi ed
essa ha proprietà spesso miracolose, per
così dire.
Ora, sappiate che chi scrive – per indole
caratteriale – è a prescindere uno scettico.
Purtuttavia ho avuto modo di applicare una
sola volta della vibhuti sulla zampina
malata della mia gattina, che anni fa
soffriva di un incurabile tumore,
visibilissimo e purulento. Dopo un paio di
giorni il tumore le si era completamente
riassorbito e quindi scomparso, con grande
sorpresa mia e del veterinario.
Questo è solo un banalissimo caso accadutomi
personalmente, ma nelle pubblicazioni
dedicate a Sai Baba (edite in Italia dalle
Edizioni Milesi) se ne trovano a bizzeffe e
di molto toccanti.
Ganesh e Sai Baba di Shirdi (reincarnazione
dell'attuale Sai Baba)
Sai Baba ha fatto inoltre numerose profezie
per gli anni a venire, come quella che - a
partire dal 2015 – ci sarà un ritorno
all'Età dell'Oro, di pace e prosperità, che
dovrebbe avere il suo apice attorno al 2021,
anno della morte prevista per Sai Baba
stesso.
Numerosissime altre cose ci sarebbero da
dire su questo Maestro spirituale che
afferma con candore: “Io sono Dio, ma lo sei
anche tu”, ma, forse, l'unico modo per
comprendere davvero la sua realtà
spirituale è quella di accostarsi al Divino,
nella forma in cui ciascuno si riconosce
maggiormente e continuare a ricercare, entro
sé stessi, quella scintilla divina che rende
ciascuno di noi – quotidianamente - davvero
speciale.
Luca Bagatin
http://lucabagatin.ilcannocchiale.it/2010/08/06/sai_baba.html
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