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Tantra Yoga

 

 

 

Lo Yoga dell’unione Divina 

 

PRIMA DISCIPLINA – Otto settimane 

 

 

PRIMA SETTIMANA

 

 Tempo – mattino

Luogo – Stanza ben ventilata

Durata – dodici volte

Tecnica – assumere la posizione che per te si è dimostrata la più comoda per la pratica, spina eretta, mento in linea retta col petto. Per un momento cerca di rilassarti completamente, vuotando la mente di tutte le preoccupazioni ed i pensieri banali.

Espelli tutta l’aria dai polmoni accuratamente, trattenendo l’addome mentre esali. Lentamente rifornisci i polmoni contando fino a sette. Fai una pausa di uno e quindi esala contando di nuovo fino a sette.

Questo ciclo deve essere ripetuto dodici volte per stabilire una dolce, ritmica, profonda respirazione.

Ora, esala attraverso ambedue le narici per riempire i polmoni il più possibile senza però sentirne fastidio. Tieni l’aria in bocca premendola contro le guance fino a farle gonfiare. Trattieni il respiro sin quanto puoi senza avvertire disturbo e quindi espellilo rapidamente e tutto d’un colpo, usando ancora una volta i muscoli addominali per fare uscire tutta l’aria.

Ripeti il procedimento, recitando mentalmente il mantram OM mentre inali. Nella tua immaginazione, cerca di vedere una corrente pulsante di forza vitale che, col respiro, fluisce come sangue divino attraverso la folta rete di nadi o canali psichici del corpo sottile e poi nell’organismo fisico dando energia ad ogni cellula.

Il precedente ciclo deve essere ripetuto dodici volte ad ogni seduta.

 

 

SECONDA SETTIMANA

 

Tempo alba e tramonto

Luogo – aperta campagna, parco, spiaggia, montagna, deserto o bosco

Durata – dodici volte, due al giorno

Tecnica – Se possibile vai a fare una passeggiata prima di colazione e di nuovo prima di cena, preferibilmente in campagna o al mare. Il tuo passo deve essere comodo e la tua mente libera dalle insistenti preoccupazioni che ordinariamente ti rendono teso o apprensivo per il futuro. Mentre passeggi, inala lentamente attraverso le due narici contando fino a sette, trattieni il respiro contando fino a due e quindi esala attraverso la bocca contando fino a sette, trattieni il respiro fuori contando fino a due. Ripeti il ciclo dodici volte.

Dopo aver fatto pratica per tre giorni, aumenta il ciclo da 7, 2, 7, 2 a 10, 5, 10, 5.

Se non trovi conveniente praticarlo alla mattina e la sera, esegui il sadhana a qualsiasi ora durante il giorno o la notte. Una passeggiata solitaria è tuttavia necessaria.

 

 

TERZA SETTIMANA

 

Tempo Mattino o sera

Luogo – stanza ben ventilata o luogo appartato all’esterno.

Durata – ventiquattro volte, due volte al giorno

Tecnica – Seduti nella confortevole posizione solitamente assunta per il sadhana, contrai le labbra come quando pronunci la sillaba “u”. Inala attraverso la bocca, con le labbra in questa posizione, sette piccoli sorsi. Quindi inghiotti ed esala attraverso ambedue le narici contando ancora una volta fino a sette. Ripetere il ciclo ventiquattro volte, al mattino e alla sera.

 

 

QUARTA SETTIMANA

 

Tempo – A piacere, la pratica deve essere eseguita alla stessa ora del giorno.

Luogo – Una stanza ben ventilata o un luogo solitario all’esterno.

Durata -  Dodici volte.

Tecnica – Seduti in una posizione meditativa, di fronte al sole, uguagliate il ritmo respiratorio respirando lentamente dentro e fuori secondo il conteggio 7, 1, 7, 1, come descritto nelle precedenti discipline.

Dopo pochi momenti, allorché avete stabilito un profondo ritmico respiro, inalate attraverso ambedue le narici contando fino a quattro o fino a quando i polmoni sono pieni circa per metà.

Quindi, trattenendo il respiro, girate la lingua indietro più possibile verso la parte superiore della bocca. In questa posizione emettete un forte mormorio: “Grrrr!” mentre esalate.

 

 

QUINTA SETTIMANA

 

Tempo mattina e mezzogiorno

Luogo – all’esterno o vicino una finestra aperta

Durata – sei volte

Tecnica – Eretti con i piedi che formano una V, sommessamente fischiettate poche battute di una qualsiasi canzone popolare. Tenete le labbra strette, inalate lentamente attraverso la bocca contando fino a sette. Fate una pausa di uno e quindi esalate attraverso ambedue le narici contando fino a sette. Fate una pausa di uno e quindi esalate attraverso ambedue le narici contando fino a sette. Ripetete il ciclo sei volte al mattino e sei volte a mezzogiorno.

 

 

SESTA E SETTIMA SETTIMANA

 

Tempo – Mattina, mezzogiorno e sera.

Luogo – Una stanza ben ventilata o un luogo appartato all’esterno.

Durata – Cinque volte

Tecnica – Eretti con i piedi nella stessa posizione del precedente esercizio o seduti nella comune posizione del sadhana, di fronte al sole. Dopo aver uguagliato il respiro, respirando lentamente dentro e fuori e contando 7, 1, 7, 1, ponete la lingua tra le labbra e fatela sporgere un pochino. Aspirate l’aria nei polmoni attraverso la bocca con un suono sibillante. Quando i polmoni sono pieni, trattenete il respiro il più a lungo possibile senza che questo vi porti fastidio.

Quindi esalate dolcemente attraverso le due narici. Ripetere il ciclo cinque volte e praticate questo esercizio al mattino, a mezzogiorno e alla sera per due settimane.

Gli aspiranti che hanno una tiroide superattiva devono evitare questo esercizio. Al contrario, coloro che soffrono di ipotiroidismo devono praticarlo il doppio delle volte prescritte.

 

 

OTTAVA SETTIMANA

 

Tempo – Alba

Luogo – Vicino una finestra aperta o in luogo solitario all’aperto

Durata – Da cinque a dodici volte

Tecnica – Seduti nella solita posizione del sadhana, emettete tutta l’aria dai polmoni esalando vigorosamente mentre ritenete le pareti addominali.

Ora, chiudete la narice destra col pollice destro e esalate lentamente attraverso la narice sinistra e ritenete il respiro contando fino a sedici. Quindi, chiudendo la narice sinistra, inalate attraverso la destra per un conteggio di quattro; di nuovo, trattenete sedici  e chiudendo la narice destra, esalate attraverso la sinistra per un conteggio di otto.

Per i primi tre giorni di pratica, ripetete il ciclo cinque volte. Poi, nei giorni successivi, aumentate il numero fino ad arrivare a dodici.

 

  

SECONDA DISCIPLINA – Nona Settimana

 

 Tempo – Tra le 9,30 e mezzogiorno.

Luogo – Dinanzi ad una finestra aperta in pieno sole.

Durata – Tre volte per ogni colore.

Tecnica – Assumete la posizione del sadhana di fronte ad Est. Chiudete gli occhi e per un breve periodo immaginate a radiante energia del sole che entra nel vostro corpo sottile e nel vostro corpo fisico per permeare e vitalizzare ogni cellula.

Alzatevi e vuotate i polmoni, forzando al di fuori l’aria residua nel modo prima descritto. Quindi inalate lentamente contando fino a sette. Trattenete il respiro per un conteggio di sette, mentre immaginate intensamente il colore rosso. Dirigete la coscienza verso la parte più bassa dello stomaco e dei genitali e immaginate una marea di luce rossa che copre questa zona del vostro corpo.

Esalate contando fino a sette. Fate pausa per uno e quindi ripetete il ciclo del rosso per tre volte.

Seguite lo stesso procedimento e misurazione di intervalli di tempo per il giallo. Mentalmente pitturate un diluvio di radiosa luce gialla che bagna la zona superiore del petto e la fronte.

Ripetete l’esercizio per il blu. Immaginate questo colore sparso sulla zona della gola, del plesso solare e della corona della testa in uno splendore, freddo, salutare e spirituale.

Dopo tre cicli di questo colore, fate pausa per un secondo e quindi eseguite lo stesso pranayama coprendo i piedi, le gambe, le braccia e il volto con una consapevolezza di pura luce bianca.

Durante gli ultimi quattro giorni in cui praticate questa disciplina, eseguite il sadhana a mezzanotte o nelle ore prima di mezzogiorno.

 

 

 

TERZA DISCIPLINA – Decima settimana

 

 Tempo – Le ore tra mezzanotte e l’alba.

Luogo – Un luogo solitario dove vi sia il minimo rumore e dove non sarete interrotti.

Durata – Quindici minuti al giorno

Tecnica – Seduti nella posizione del sadhana, di fronte all’Est o al Nord, eseguite lo japa mantra

Respirando dentro e fuori ritmicamente, unendo al respiro la mistica sillaba OM. Inalate contando fino a sette, fermatevi per un intervallo di uno ed esalate fino a contare sino a sette. Se trovate difficoltoso contare e ripetere contemporaneamente la sillaba, ricordate che la ripetizione della sillaba è più importante.

La sillaba viene ripetuta 108 volte con il respiro e per tener conto delle volte è necessario usare un rosario di 108 grani. Il rosario deve essere di perle, cristalli, oro, argento, corallo o semi di rudraksha.

Dopo aver recitato la sillaba OM, sedetevi quietamente, guardando fissamente e senza chiudere gli occhi un punto fisso (la fiamma di una candela) a livello degli occhi a una distanza di un metro e mezzo. Mentre accentrate l’attenzione su questo punto, ascoltate intentamente con l’orecchio destro il suono interno. Esso può essere percepito in una varietà di modi: come una sottile catena di argento, uno sciame di api, campane, un flauto, il fracasso di un oceano ecc.

Se il suono non viene udito fino al terzo giorno di pratica, eseguite questo esercizio:

Seduti nella posizione del sadhana, di fronte ad Est, puntate i gomiti su un cuscino posto dinanzi a voi su una tavola. Ponete i pollici leggermente sui lembi auricolari e premeteli per non sentire i rumori esterni. Chiudete gli occhi e ponete gli indici sulle palpebre; il medio e l’anulare devono premere le palpebre tra di loro.

Respirate ritmicamente ma lentamente dentro e fuori attraverso le due narici mentre, dirigendo la vostra coscienza verso le orecchie chiuse, ascoltate in maniera attenta ma distaccata, i suoni che potrebbero manifestarsi.

 

 

 

QUARTA DISCIPLINA – Undicesima settimana

 

Tempo – Preferibilmente tra le 19.00 e mezzanotte.

Luogo – Una stanza pulita, ben ventilata e che assicuri intimità e non permetta interruzioni.

Durata – Pranayama dodici volte; maithuna, un minimo di trentadue minuti.

Tecnica – Dopo un bagno, entrate nella stanza della pratica e accendete le candele rituali. Assumete la posizione del sadhana. Vuotate i polmoni dell’aria residua come per le precedenti discipline. Uguagliate il respiro, respirando ritmicamente dentro e fuori al ritmo di 7, 1, 7, 1. Completate dodici cicli di questo ritmo. Quindi, quando siete nel tredicesimo respiro, trattenetelo contando fino a sette prima di esalare, di nuovo, fino a sette. Durante la ritenzione (Kumbhak) concentratevi intensamente sulla radice chakra situata tra l’ano e i genitali.

Mentalmente figuratevi una corrente di prana che inonda il centro. Stimolatela fisicamente contraendo i muscoli sfinterici e l’ano. Dopo aver fatto ciò, raffiguratevi una corrente psichica che sale attraverso il canale centrale della spina fino alla corona della testa. Anche il ciclo di ritenzione viene ripetuto dodici volte.

Quindi il sadhaka procede col rituale segreto come descritto nella quarta disciplina.

 

 

 
QUINTA DISCIPLINA – dodicesima settimana

  

Tempo – A scelta.

Luogo – Una stanza al coperto ma ben ventilata.

Durata – Fase preparatoria, dodici cicli. Seconda fase, due minuti. Fase finale, da tre a sette volte.

Tecnica – Seduti su una coperta di lana nella posizione del sadhana, ponetevi di fronte ad Est. Uguagliate il respiro, respirando lentamente e profondamente dentro e fuori al ritmo di 7, 1, 7, 1, già usato precedentemente. Ripetete il ciclo dodici volte. Quindi rilassatevi, permettendo al respiro di fluire spontaneamente.

Dopo un momento o due di completa tranquillità, afferrate il polso sinistro e la parte superiore della mano sinistra (dorso)con la mano destra. Con le mani così unite, ponetele a palmo in giù sul centro di trasformazione sul plesso solare.

Chiudete gli occhi e mentalmente figuratevi nel mezzo di questo centro una piccola e brillante lingua di fiamma, dello spessore di un capello e biforcuta all’apice come un cavatappi.

Una volta chiaramente formata questa immagine nell’occhio della mente, di nuovo eguagliate il respiro al ritmo di 7, 1, 7, 1.

Quando il respiro fluisce dentro e fuori, immaginate che esso soffi la splendente lingua di fiamma nel centro solare, animandola fino a farla divenire di un incandescente colore bianco.

Quando cominciate a sentire un piacevole senso di calore nella zona del plesso solare, sostituite all’immagine della fiamma il disegno mentale della cosa o della condizione che voi vorreste si materializzasse sul piano fisico.

Una volta immaginato chiaramente l’oggetto o la condizione desiderata, tendete avanti e indietro spasmodicamente le pareti addominali in modo che il respiro vada e venga con scatti ritmati. Continuate questa fase del sadhana per due minuti, mentre visualizzate il vostro obiettivo e desiderate intensamente che si realizzi.

Quindi abbassate la testa fino a che il mento tocca con forza il petto ed espellete tutta l’aria dai polmoni contando sino a sette. Con le mani ancora congiunte nel mudra descritto, premete contro il plesso solare cercando di smuovere la zona con moto veloce e vibratorio. Ancora mettete a fuoco la visione mentale di ciò che volete si realizzi.

Inalate ancora una volta alzando la testa sino a guardare il soffitto, quindi, trattenendo il respiro all’interno, fate forza e premete l’aria sino a quando essa non faccia pressione contro il diaframma.

Contate fino a sette mentre immaginate il fuoco tumo che entra nel canale centrale della spina e passa in su verso il Brahma-randhra o corona della testa. Mentalmente affermate che mentre il fuoco-serpente sale, esso trascina con sé la sostanza del vostro desiderio.

Esalate, immaginando ora il vostro desiderio come se fosse al di fuori, una forma-pensiero oggettiva, indipendente e vitalizzata.

 

 

 
SESTA DISCIPLINA – Tredicesima settimana

  

Tempo Quando vi ritirate per la notte.

Luogo – Una tranquilla, piacevolmente arredata stanza da letto.

Durata – Il tempo necessario per passare dallo stato da sveglio (jagrat) a quello addormentato (svapna).

Tecnica – Dopo esservi ritirati per la notte e a luci spente stendetevi supini sul letto, con le mani unite nel mudra della precedente disciplina. Tenete le mani sul plesso solare. Giacete immobili per alcuni momenti, completamente rilassati mentalmente  e fisicamente. Uguagliate il respiro col ritmo 7, 1, 7, 1, per dodici cicli. Quindi giratevi e giacete sul lato destro; tirate lievemente le gambe verso l’alto fino a piegare le ginocchia in modo da mitigare la tensione nelle gambe. Tenete il braccio sinistro teso lungo la gamba sinistra. Fate conca con la mano destra e mettetela sulla guancia destra.

Pronunciate la sillaba OM simultaneamente al respiro, proponendovi con fermezza di conservare la memoria e la coscienza anche nello stato di sogno.

Per queste fasi di questa disciplina oltre che per il pranayama, rivedete il procedimento della disciplina del sogno.

 

  

SETTIMA DISCIPLINA – Quattordicesima settimana

 

Tempo – Dal tramonto a mezzanotte.

Luogo – Stanza appartata che permetta una completa intimità.

Durata – Prima fase dodici cicli. Seconda fase, ventuno volte.

Tecnica – Sedete eretti su una sedia diritta, dinanzi a uno specchio abbastanza largo da riflettere la vostra testa e le vostre spalle. Ponete una candela accesa alla destra dello specchio in modo che lo illumini ma non vi si rifletta. Spegnete tutte le altri luci della stanza.

Per alcuni momenti restate seduti immobili, lasciando che i pensieri fluiscano a piacere senza che voi li dirigiate coscientemente. Regolarizzate il respiro con il ritmo 7, 1, 7, 1 e ripetete il ciclo dodici volte. Inalate dolcemente attraverso le due narici solo quella quantità di aria sufficiente a riempire per un ottavo i polmoni.

Chiudete nel palmo della mano destra il mignolo e l’anulare e ponetevi sopra il pollice lasciando tesi il medio e l’indice.

Ponete sempre la mano destra in questa posizione sulla regione cardiaca del petto facendo in modo che le due dita tese puntino verso la parte sinistra del corpo.

Quando sentite sotto la mano il battito del cuore, ripetete mentalmente le sillabe OM e HUM alternativamente alle pulsazioni.

Ripetete le sillabe ventuno volte (quarantadue volte in tutto) e quindi formate con la mano sinistra un mudra simile a quello della destra. Coprite la destra con la sinistra, sfilate lentamente la destra lasciando la sinistra sul cuore e con le dita verso il lato destro del corpo.

Ad occhi chiusi, cercate di penetrare all’interno del cuore. Immaginate una caverna ad arco, poco illuminata e piena di nuvole di rossa caligine. Gradatamente la nebbia rossastra sparisce e una figura avvolta in una luce dorate emerge.

Sempre respirando lentamente ma ritmicamente, fissate il vostro pensiero più profondo e le aspirazioni su questa luminosa figura. Mentalmente indirizzate ad essa il vostro muto desiderio di un contatto con le vostre perdute identità dell’anima dicendo: “rivela, rivela te stesso a me”.

Attendete in profondo silenzio fino a quando la figura non viene di nuovo avvolta dalla nebbia rossastra e la caverna del cuore non emette l’eco di una unica nota di suono puro che dolcemente si spegne nel silenzio.

Allora, sostituite la mano sinistra con la destra, aprite gli occhi e immediatamente guardate la vostra immagine nello specchio.

Dopo qualche momento, essa sparirà lasciando lo specchio vuoto.

Continuate a fissare lo specchio con tranquillo distacco.

Se il vostro sadhana ha successo, un altro volto o una serie di volti appariranno. Studiateli obiettivamente, se possibile, senza emozione e tentando di apprendere ciò che hanno da rivelarvi. Se potete, evitate di sbattere gli occhi durante questa fase della disciplina. Quando spuntano le lacrime terminate il sadhana intonando la sillaba OM, attenuando il suono fino a quando esso non si perde completamente nel silenzio.

Questo esercizio non deve essere praticato più di una volta ogni ventiquattro ore. Tuttavia, esso può e deve essere ripetuto ogni notte fino a quando non venga raggiunto un qualche successo.

Dopo aver eseguito le suddette discipline fondamentali della purificazione e della fusione, il sadhaka può dedicarsi alle altre pratiche per il controllo dei respiri vitali.

Ma una completa padronanza delle tecniche tantriche deve essere il primo scopo da raggiungere.

 

 

 

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